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BERNARDINO LUINO

Evocazioni realiste.

Dal 31 gennaio al 31 marzo 2017

Testo in catalogo: Giovanni Faccenda

Le essenze della pittura di Luino.

29 Opere - dal 1987 al 2016
DISPONIBILE IN GALLERIA

<<Uno dei maggiori e più frequenti fraintendimenti, in molte letture critiche riconducibili in particolar modo agli ultimi due decenni, riguarda quanto appartenga a un ambito pregiato del realismo – che, chi scrive, in passato ebbe per primo a definire evocativo –, e non già alla rarefatta e aristocratica riserva della metafisica. Ricordato, peraltro, come proprio De Chirico tenesse ogni volta ad affermare che non è il soggetto di un dipinto, ma la pittura stessa – intesa nelle sue qualità intrinseche – a rivelare la propria identità metafisica, giova piuttosto rivisitare oggi, con il dovuto approfondimento esegetico e nel rispetto di un ordine cronologico preciso, la genesi di un lessico espressivo abitato da entità invisibili e fascinazioni arcane  – il realismo evocativo, appunto –, del quale sono nobili interpreti alcuni fra i più significativi e talentuosi pittori contemporanei. Bernardino Luino, fra questi, è la figura che più di ogni altra incarna, con limpidezza emblematica, il fecondo sostrato di tre fondamentali stagioni precedenti: il Realismo magico (Donghi e Cagnaccio di San Pietro), i «Pittori Moderni della Realtà (Annigoni, Sciltian e i due Bueno) e una successiva evoluzione sempre del realismo – invero dai contenuti e dalla temperatura endogena alquanto differenti – che un acuto osservatore, quale Marco Valsecchi, nel 1956 a ragione definì di natura «esistenziale»: una tendenza, questa, influenzata dalla filosofia di Sartre, che ebbe a caratterizzare, almeno fino alla prima metà degli anni Sessanta, il lavoro di un gruppo di artisti (Banchieri, Bodini, Ceretti, Ferroni, Guerreschi, Romagnoni e Vaglieri) attivi a Milano nel medesimo torno di tempo…>>

Estratto dal catalogo di Bernardino Luino - Galleria Marini - testo di Giovanni Faccenda
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